Una rete di mobilità pubblica sostenibile e intermodale per Roma Capitale

Una nuova mobilità a Roma può essere realizzata con una “rete di mobilità pubblica sostenibile e intermodale”,

come occasione di sviluppo e di recupero della qualità urbana, ambientale e civile.

 

Preso atto che la politica romana e nazionale sta prendendo coscienza dell’importanza che ha una mobilità pubblica per lo sviluppo dell’economia locale e metropolitano della nostra città, cogliamo l’occasione per spiegare, in poche righe, il ns. “Progetto di Mobilità Pubblica Sostenibile per l’Area Metropolitana Romana”.

Un progetto che è già iniziato nel 2003 con l’adozione da parte del Comune di Roma del nuovo PRG di Roma, poi approvato nel 2008, per dare ai cittadini un nuovo servizio di mobilità pubblica con strutture innovative capaci non solo di offrire un servizio di mobilità pubblica moderno, ma ed anche il più possibile compatibile con gli straordinari valori storici, naturali e culturali che ci sono in tutta l’Area Metropolitana romana.

Con queste finalità la nostra proposta si è evoluta rivolgendosi all’intera città per pianificare una rete di mobilità sul territorio utilizzabile con mezzi sostenibili, come monorotaie leggere, tipo People Mover, a gestione automatica e senza conducente, Tram, Bus elettrici e/o a Idrogeno e biciclette, normali e assistite”. Una rete in cui nei vari “nodi di scambio” doveva essere molto facile e immediato scambiare il mezzo fino a quel momento usato, per poi sceglierne uno più adeguato a completare il proprio itinerario.

Un progetto certamente ambizioso, per la cultura romana, ma studiandolo abbiamo subito visto quanto fosse fattibile, sia tecnicamente che finanziariamente per la semplice ragione che a Roma e nella sua Area Metropolitana non è stato mai fatto, perlomeno nelle ultime decadi, un progetto complessivo dedicato alla mobilità del Comune di Roma e dei Comuni ad essa adiacenti. Nonostante il fatto che la città sia nel frattempo quasi triplicata come numero di abitanti. Roma dalla fine della II Guerra mondiale è arrivata a 2,8 milioni di abitanti che diventano circa 4,2 aggiungendoci l’Area Metropolitana che coincide, quasi del tutto, con la vecchia Provincia. È duro ammetterlo, ma lo schema della mobilità pubblica romana è ancora quello del primo ‘900 ovvero radiale verso il centro della città. In queste ultime decadi non vanno ignorati i tentativi realizzati con il Grande Raccordo Anulare per le Olimpiadi 1960 e la famosa “cura del ferro”, proposta dal Vice Sindaco Walter Tocci (1994), rimasta però in gran parte incompiuta. Tutti interventi che, di fatto hanno finito per ribadire la volontà dell’Amministrazione capitolina di affidare la “mobilità della città” solo al mezzo privato e non a quello pubblico, come invece hanno fatto tutte le maggiori capitale ed anche molte città anche italiane.

Se a queste scelte, si aggiungono poi anche i guasti e le forzature arrecate dall’abusivismo edilizio che ha interessato quasi il 50% dell’espansione edilizia del fine ‘900, non possiamo non stupirci delle difficoltà odierne di muoversi nella nostra città. Difficoltà sempre più aggravate anche da un progressivo abbandono da parte del Comune di Roma dei mezzi pubblici gestiti con la propria Azienda Municipale ATAC (eroico esempio di azienda municipale insieme all’ACEA del grande Sindaco Nathan (1907-13)).

Questa politica rinunciataria, ha generato il primato che può vantare la nostra capitale, ovvero quello straordinario di avere oltre 3 milioni d’auto immatricolate ovvero più dei suoi abitanti (circa 2,8 milioni). Tutto ciò ha cause oggettive che andrebbero approfondite, ma vi rinunciamo, in quanto non sono oggetto della presente relazione. Ritorniamo invece sull’estrema necessità, via via, sempre più impellente, per la città, di dare soluzione a questo problema o perlomeno avviare un processo che convinca i romani a disfarsi della propria auto e a prendere il mezzo pubblico per spostarci nella città, guadagnandone così, in salute ed economicamente, creando le basi per favorire infine anche il turismo. A Roma, prima del Covid e con le difficoltà che abbiamo sopra indicato, il numero dei visitatori è stato pari a oltre 20 milioni di presenze con un indotto economico e sociale, stimato vicino al 20 % di quello della città.

Fattibilità della proposta

La nostra proposta non presenta gravi difficoltà tecniche, in quanto l’orografia del territorio romano non presenta particolari problemi, in quanto è in gran parte pianeggiante e quindi, percorribilissimo, ad esempio, anche con le ciclovie che opportunamente progettate, potrebbero dare ai romani e ai visitatori delle prospettive uniche ed irripetibili, come una città millenaria come Roma può dare, restituendo agli abitanti una qualità della vita che oggi molti sognano soltanto, chiusi come sono dentro una tonnellata di latta per un’ora al giorno.

 

Fattibilità economica

Siamo ben consapevoli dei costi plurimilionari da sopportare per realizzare la nostra Rete di Mobilità pubblica sostenibile e per questo, qui ribadiamo che non possono essere tutti accollati alle Casse dello Stato, ma possono essere realizzati invece con il contributo fondamentale del “risparmio privato” attraverso le procedure del Project Financing, ben note ed usate all’estero ed ora anche in Italia. Procedure che a Roma e in tante altre città italiane finora non sono mai partite, per la mancanza di una seria collaborazione delle Amministrazioni pubbliche e i soggetti interessati che, nei fatti, confermano l’attuale estrema difficoltà di realizzare opere pubbliche in Italia. Per quello che riguarda le opere di “mobilità pubblica”, spesso, sono difficilissime da realizzare per la quasi totale mancanza di percorsi approvati dalla pubblica Amministrazione, con i quali poi implementare un serio Business Plane che dimostri la sostenibilità dell’investimento richiesto. Una condizione fondamentale per garantire la “remuneratività al risparmio privato”. Il quale può essere raccolto con modalità diffuse, come Bond comunali, Crowdfunding. Tutti sistemi, che nel caso di realizzazione di un’opera pubblica, hanno la garanzia dello Stato. Un risparmio che oggi, invece è spesso affidato in gran parte alle Banche che poi lo investono, prevalentemente, sul finanziario, con ritorni spesso aleatori e non sempre remunerativi. La raccolta di fondi fatta per realizzare queste opere di mobilità pubblica sarebbe invece denaro investito sul “lavoro”, con ricadute economiche e sociali più diffuse, con la soddisfazione di tutti, compresi i risparmiatori che potranno vedere i frutti del loro investimento in ogni momento, con la possibilità di disinvestire senza pagare penali assurde, ma oneste, come devono assolutamente trasparenti ed onesti questi investimenti.

Risultati possibili

Avviare a Roma e nella sua area metropolitana una “pianificazione pubblica delle infrastrutture e le realizzazioni”, sopra indicate, permetterebbe all’Amministrazione della città di fare quella “politica di mobilità pubblica “ che tante altre città hanno scelto, perché si sta dimostrando la più efficace per garantire efficienza negli spostamenti, minimizzato e di molto gli inquinamenti, restituendo così una qualità della vita agli abitanti non impossibile, come ha recentemente dimostrato il Lockdown del Covid che ci ha fatto riscoprire a tutti, “quanto è bella Roma a piedi”. Un risultato a cui gli italiani e noi romani, in particolare, non possiamo ancora rinunciare. Trascuriamo per brevità nell’elencare i vantaggi, indicandone solo uno che è quello di poter offrire al visitatore tipo la possibilità di “muoversi nella città come vuole”. Una caratteristica che offrono già le principali città nel mondo e che a Roma è e sarà la base per quel turismo culturale, universitario e convegnistico che è da sempre negli obiettivi capitolini, perché capace di mettere a frutto ed in modo sostenibile il grande patrimonio universale che Roma possiede e che noi tutti dobbiamo non solo sfruttare, ma conservare e valorizzare con intelligenza e tanto amore.

 

Conclusioni

La proposta che qui abbiamo cercato di esplicitare si basa sui seguenti punti è fondamentali:

  • recuperare un rapporto di fiducia dei cittadini verso l’Amministrazione Capitolina.   A nostro avviso oggi possibile di fronte ad impegni chiari e trasparenti, possibili con l’avvio di una pianificazione seria che individui sul territorio la rete di mobilità pubblica;
  • con la disponibilità di una rete di mobilità pubblica, sarà più facile di oggi, creare Consorzi misti e/o privati capaci di realizzare e poi gestire i vari percorsi scelti, con investimenti pluridecennali;

 

  • fondamentale infine, il controllo e la verifica continua degli obiettivi della pianificazione e loro continua messa a punto da parte dell’Amministrazione comunale, per la soddisfazione e il ristoro di tutti.

 

Siamo consapevoli che questa è per Roma e per il nostro Paese una rivoluzione copernicana, ma allo stesso tempo irrinunciabile se Roma vuole essere veramente una capitale ovvero il simbolo di un Paese che fa parte dei primi 10 Paesi del mondo. Una città universale che, come suggerito nel PRG/2008, ha messo la cultura come obbiettivo del suo sviluppo, un’indicazione obbligata per una città con la storia di Roma che si propone al mondo non solo per i suoi tesori, ma perché capace di elaborane continuamente dei nuovi attraverso le sue Università, pubbliche e private (oltre 20), Centri di cultura nazionali ed internazionali (oltre 80) che ne fanno un polo unico al mondo che finora gli italiani ed anche i romani, hanno colpevolmente ignorato.

Roma 22/04/2022

                                                                                   Gr. Litorale Ambientalisti Liberal

Ing. Fausto Testaguzza

guest
0 Commenti
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti