Come nel mito di Atlantide,

un borgo sommerso che d’incanto sorge dalle acque

 

Viviamo in un periodo dove le vicende della vita quotidiana, ulteriormente appesantite dalla pandemia, hanno incarcerato il sogno, la fantasia. Siamo tutti avvolti da un manto di paure, angosce e insicurezza che hanno soffocato e indebolito il nostro slancio vitale. Abbiamo bisogno di riprendere a volare nel cielo azzurro come rondini di primavera, di rinutrirci della forza e del pathos di cui sono imbevuti la storia, le leggende e il mito. 

Nel borgo medievale di Fabbriche di Careggine “Vaglio di sotto in provincia di Lucca” tutti questi importanti nutrimenti dello spirito trovano la loro equilibrata e affascinante presenza.

La storia del borgo medievale  

Il paesino fu fondato nel Tredicesimo secolo da una colonia di fabbri ferrai provenienti da Brescia, che utilizzavano il minerale di ferro estratto nella valle del Frigido, sul versanre massese delle Alpi Apuane.  

Dopo la conquista Estense, a partire dal 1755 il centro, destinato a divenire uno dei maggiori fornitori di ferro dello stato, fu dotato di un mulino e godette di agevolazioni sul trasporto dei materiali. Risale a quel periodo la costruzione della via Vandelli che, collegando Modena a Massa attraversava il torrente Edron prima su una passerella in legno, poi su un ponte in muratura. Sul finire del Settecento, il duca di Modena Francesco terzo d’Este per favorire l’opera delle maestranze locali, concesse loro numerosi privilegi, tra i quali l’esenzione dal servizio militare.

Il lento declino di della via Vandelli, con le conseguenti negative ricadute economiche e commerciali, coincise con la decadenza di Fabbriche, i cui residenti dovettero riprendere a dedicarsi agli antichi mestieri di contadini e pastori per far fronte ai bisogni quotidiani a fame e carestie.

All’inizio del Novecento, l’economia del paese ebbe una ripresa, in seguito allo sfruttamento delle cave di marmo nelle vicinanze di Vagli. Per far fronte a questa attività della lavorazione del marmo venne costruita tra il1906 e il 1907 una piccola centrale idroelettrica sull’Edron per servire i bacini marmiferi.

Nel 1941, sotto il regime fascista, la società Sel Valdarno (oggi Enel) decise di costruire un più ampio bacino idroelettrico sbarrando il corso del torrente Edron.. Tra il1947 e il 1953 venne costruita una diga, alta 92 m e in grado di contenere 32.000.000 m3 di acqua. Careggine fu gradualmente sommerso, ed i residenti vennero trasferiti nelle nuove abitazioni di Vagli Sotto.

Il lago, in occasione dei lavori di manutenzione della diga, fu svuotato facendo riemergere l’antico borgo medievale, con le sue case in pietra, il cimitero, il ponte a tre arcate, e la Chiesa romanica di San Teodoro con il suo campanile in rovina. L’evento che inizialmente era previsto accadesse ogni dieci anni, si è verificato soltanto quattro volte: nel 1958, ne 1974, nel 1983, nel 1994. Il prossimo svuotamento, inizialmente previsto per il 2016 dal gestore dell’impianto è stato rimandato al 2021 e poi al 2023. Il 19 gennaio del 2015 è stato inaugurato un ponte di ingegneria tibetana collocato sopra lo specchio d’acqua in corrispondenza del borgo sommerso.

Fabbriche di Careggine emerso nel 1994 – Foto comune di Vagli di Sotto

Un camminare dove, gli occhi del corpo vedono una distesa d’acqua, quelli dello spirito sono sospesi fra, storia, leggenda e mito.

Il viaggiatore che sceglie come meta il borgo sommerso di Careggine deve essere accorto, curioso, attento. Si deve felicemente ispirare allo spirito di grandi viaggiatori come Stendhal e Goethe che scrissero pagine affascinanti e seduttive suoi luoghi italiani che visitarono. Un viaggio che inizia fissando nella memoria alcune immagini del borgo sommerso e le poche informazioni sulle sue vicissitudini storiche, poi si giunge nel comune di Vagli Sotto, piccolo borgo della provincia di Lucca, avvolto nelle bellissime cime delle Alpi Apuane.

 

Il borgo sorge su un piccolo promontorio situato in mezzo al lago di Vagli ed è raggiungibile sia attraverso una strada libera che attraversando il Ponte Morandi all’interno del Parco di Vagli. Nel lago artificiale si cela sommerso ma, vibrante e pulsante, il borgo dei fabbri lombardi. Giungendo al ponte – modello tibetano- costruito appositamente sopra lo specchio delle limpide acque del lago dove sotto giace dormiente il borgo, sei avvinto da una ridda di pizzicanti sensazioni. Sensazioni che iniziano e guizzano nel corpo allorché si compiono i primi passi su questo piccolo, elegante, aereo ponticello che sembra danzare nel vuoto. Quando ti avvicini al centro del ponte dove, sotto circa 80 metri di fresche e chiare limpide acque, si trova il borgo medievale, avviene in te una alchimia che ti rapisce e ti smarrisce.

Nel vibrante gioco di piccole onde che s’inseguono l’una con l’altra puoi percepire un’ombra sfuggente e mobile che potrebbe essere quella della punta del campanile del borgo. Come per magia quello che gli occhi del corpo colgono nella distesa d’acqua, quelli dello spirito sono sospesi fra storia, leggenda e mito. Fra la presenza del passato in quel che fisicamente rimane del borgo medievale, il lavorio della plastica fantasia che richiama il mito di Atlantide, l’isola leggendaria intorno alla quale gli autori dell’antichità, seguendo il Crizia di Platone, hanno scritto racconti favolosi.

I racconti narrano che, in un’epoca lontanissima, il popolo degli Atlanti, proveniente da questa grande isola dell’Atlantico situata ad ovest delle Colonne d’Ercole (oggi Stretto di Gibilterra) e governato, sempre secondo Platone, da sovrani di saggezza esemplare, avrebbe cercato d’invadere l’Europa e l’Asia. I Greci però riuscirono a respingerlo. Dopo aver fallito l’invasione, quest’isola sarebbe stata inghiottita dal mare in una notte e un giorno durante un cataclisma provocato da Poseidone. Questo insieme di interiori intrecci e corporea percezione ti proiettano in  una strana dimensione.

Dimensione dove il fruscio del vento che increspa l’acqua del lago, la percezione dell’ombra sfuggente dell’antico campanile, le immagini del paese richiamate dalla memoria e lo sgorgare del mito si fondono assieme. Un attimo dove s’intrecciano e danzano passato e presente, realtà e leggenda. In tale alchimia esplode il fascino del borgo sommerso delle fabbriche di Careggine. Forse quest’anno o, il prossimo anno, questo piccolo gioiello del passato potrebbe tornare definitivamente alla luce secondo un memorandum sottoscritto fra, il comune di Vagli e l’Enel. Noi siamo in trepida attesa, pronti a trasformare il cammino sul ponte tibetano in un diverso cammino, fisico e percettivo, fra i resti di questa piccola Atlantide che sfugge al mito e si fa realtà .

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